Dal 18 giugno al 1 novembre 2016 la Pinacoteca di San Gimignano(SI) ospita una mostra dedicata al pittore fiorentino Benozzo Gozzoli (Firenze 1420-21 – Pistoia 1497).
La mostra "Benozzo Gozzoli a San Gimignano" intende celebrare, per la prima volta e in modo esaustivo, il quadriennio sangimignanese del maestro, uno dei periodi più intensi e fecondi nella sua lunga attività. Curata da Gerardo de Simone e Cristina Borgioli, l’esposizione è promossa dal Comune di San Gimignano e dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Siena, Grosseto e Arezzo in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino e la Fondazione Musei Senesi.
Per il terzo anno consecutivo prosegue la sinergia tra le suddette istituzioni in un percorso di valorizzazione e studio delle opere della Pinacoteca . Quest’anno protagonista del progetto espositivo è la tavola di Benozzo Gozzoli con la Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta che verrà ricomposta per la prima volta nella sua interezza grazie ai prestiti internazionali e prestigiosi del Musée du Petit Palais di Avignone, del Museo Thyssen-Bornemsza di Madrid e della Pinacoteca di Brera. La pala, come rileva Gerardo de Simone, “esalta il felice connubio, caratteristico dell’autore, tra la moderna misura rinascimentale appresa dall’Angelico e il profuso decorativismo che esalta la ricchezza e la preziosità dei materiali discendente dal filone tardogotico di Gentile da Fabriano […]”.
Benozzo di Lese, cui Vasari attribuì il cognome Gozzoli, fu, infatti, interprete impeccabile della prospettiva teorizzata da Leon Battista Alberti, combinandola con un sapiente realismo e una curiosità spiccata verso la natura e l’antico. Allievo di due tra i maggiori artisti del secolo, Lorenzo Ghiberti e il Beato Angelico, dopo aver collaborato alla Porta del Paradiso del Battistero di Firenze e alla Cappella Niccolina in Vaticano, Benozzo operò da maestro indipendente a Montefalco (1450-52), in Umbria, poi a Viterbo (1453), Perugia (1456), Roma, dove allestì gli apparati per l’incoronazione di papa Pio II nel 1458. L’anno dopo gli fu assegnata la commissione più prestigiosa della sua carriera, la decorazione della Cappella dei Magi in Palazzo Medici a Firenze. Dal 1464 al 1467 si trasferì a San Gimignano, per poi insediarsi nel 1468 a Pisa, prescelto dall’Opera del Duomo per l’ambitissimo ciclo con Storie dell’Antico Testamento in Camposanto: vi rimase per ben cinque lustri, lavorando anche a Volterra, Legoli, Castelfiorentino. A seguito della discesa di Carlo VIII in Italia, Benozzo lasciò Pisa e trascorse i suoi ultimi anni di vita tra Firenze e Pistoia, dove morì nel 1497.
Nella città delle torri il Gozzoli realizzò affreschi e pale d’altare: ad affresco, nel coro di Sant’Agostino, Benozzo eseguì il ciclo più importante mai dedicato al Padre della Chiesa e una straordinaria raffigurazione di San Sebastiano, protettore dalle epidemie, con indosso una lunga veste azzurra e con il mantello aperto dagli angeli a proteggere il popolo dalle frecce, realizzato come ex voto per la fine della peste del 1464. Benozzo, a San Gimignano, realizzerà anche due Crocifissioni, una per gli olivetani, tuttora in situ, l’altra per il Palazzo Comunale (oggi al Museo di Arte Sacra), dove il pittore restaurò nel 1466 l’immagine più rappresentativa della comunità civica, la Maestà di Lippo Memmi. Su tavola Benozzo dipinse due pale d’altare, per le chiese di Sant’Andrea e di Santa Maria Maddalena, entrambe conservate nel Museo Civico e di formato "quadrato" secondo la moderna tipologia rinascimentale inaugurata dall’Angelico.
La mostra ambisce a ricostruire con completezza l’insieme ricco e variegato della produzione artistica benozzesca a San Gimignano, frutto della sua efficiente organizzazione di bottega. Da un lato sono raccolte in Pinacoteca, e in parte nel Museo d’Arte Sacra, tutte le opere note degli anni sangimignanesi: oltre a quelle citate, la pregevole anconetta di Terni (1466), il frammento di Madonna della Misericordia già in collezione Bardini (oggi in collezione privata) e l’iconica Madonna col Bambino di Calci che documenta, invece, il lungo periodo pisano che seguirà; dall’altro è predisposto un circuito di visite dei cicli di affreschi nel Duomo, nella chiesa di Sant’Agostino e nell’Abbazia di Monteoliveto.
Ad esemplificare l’importanza e la qualità di Benozzo disegnatore – uno dei più attivi e prolifici del secolo –sono esposti due disegni del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, risalenti ad anni vicini al soggiorno sangimignanese, che documentano l’attenzione del pittore verso l’antichità classica e la pittura fiamminga. Ad arricchire il quadro del contesto in cui Benozzo operò, e a rendere testimonianza dei suoi rapporti assai stretti con le arti applicate, la mostra include un’ampia selezione di preziosi tessuti liturgici e oreficerie del tempo. Tra questi il paliotto in velluto cremisi ricamato con un volo di colombe dorate che Benozzo utilizzò come modello per il piviale indossato da sant’Agostino nella tavola di Santa Maria Maddalena, che Cristina Borgioli ritiene testimonianza raffinata del ricco corredo tessile della Collegiata di San Gimignano. Il prezioso dossale, presentato nella sala della Pinacoteca, assieme agli altri paramenti e ad alcuni esempi di oreficeria liturgica, presenti nel Museo d’Arte Sacra di San Gimignano, dialogheranno con le opere pittoriche, in un ideale rimando alle officine artistiche del XV secolo e alla loro poliedricità, consentendo così di espandere il percorso della mostra collegando i due musei.
L’organizzazione e la promozione della mostra è affidata a Opera –Civita Group, il catalogo è edito da Giunti Editore SpA.
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